Bioplastiche e settore calzaturiero: qualcosa si muove

Bioplastiche e settore calzaturiero: qualcosa si muove

Come tutto il sistema moda, anche il settore calzaturiero è sempre più orientato verso una produzione eco-compatibile in grado di ridurre l’impatto sull’ambiente e di cogliere la sfida della sostenibilità. Scopriamo insieme quali sono i nuovi biopolimeri per il settore calzaturiero.

Molti brand del luxury e del fast fashion stanno riconvertendo le loro produzioni verso un approccio più ecologico per limitare il proprio impatto ambientale e fare fronte alla crescente richiesta di gruppi di consumatori di scegliere prodotti eco-compatibili. Anche l’industria calzaturiera sta tentando di intercettare e di misurarsi con queste tendenze per trasformarle in nuovi processi e modelli di business nei quali incorporare un’attività più sostenibile.

Nel settore calzaturiero l’uso di biopolimeri in sostituzione delle plastiche tradizionali per la realizzazione di suole, intersuole, tacchi, fibbie e tomaie, è in costante aumentoNegli ultimi tempi sono stati sviluppati innovativi polimeri reticolabili ed espandibili che possono trovare applicazione anche nella produzione di calzature, consentendo di ottenere oggetti leggeri e con ottime caratteristiche fisico-meccaniche. I nuovi materiali in commercio assicurano elevate prestazioni e possono essere utilizzati nelle stesse condizioni dei prodotti di origine fossile, senza dover cambiare o modificare gli impianti di lavorazione e mantenendo la possibilità di aggiungere master di vario tipo (coloranti, espandenti, antistatici, ecc.). In questo campo le aziende chimiche italiane sono le capofila di questa sperimentazione industriale.

Vediamo insieme quali sono i nuovi biopolimeri recentemente usciti sul mercato.

Nella bioplastica Apilon 52 Bio, prodotta dall’azienda Api, il contenuto di materie prime rinnovabili arriva al 70%, promettendo di mantenere le stesse caratteristiche e standard qualitativi dei tradizionali TPU derivati da fonti sintetiche. Derivato della canna da zucchero, esposto all’aria o immerso nell’acqua questo materiale mantiene la stessa durata, resistenza alle abrasioni e alle trazioni e la stessa morbidezza della plastica usata normalmente per la produzione di suole. Il processo di biodegradabilità inizia in condizioni di compostaggio: al macero, sotto terra, nelle discariche dell’indifferenziato, condizioni grazie alle quali inizia a degradarsi e si trasforma in biossido di carbonio, acqua (o metano), sali minerali e biomassa, ad opera di microorganismi quali batteri, funghi ed alghe. Con il progetto Apinat bio per Puma sono state realizzate le suole della sneaker Puma In Cycle “Basket”.

La linea Laripur RS dell’azienda Coim comprende una gamma di poliuretani termoplastici che contengono un’alta percentuale di materie prime provenienti da fonti rinnovabili di origine vegetale, e che consentono di coprire tutte le applicazioni tradizionali del TPU – dalla calzatura agli articoli sportivi e tecnici.

L’Ecopower di Tecnofilm è un materiale brevettato realizzato con oli vegetali, pensato per il settore calzaturiero e per la produzione di articoli tecnici, che offre prestazioni paragonabili a quelle degli elastometri termoplastici tradizionali.

Se sei interessato a una produzione di suole per calzature ecosostenibili, contattaci per maggiori informazioni o per una consulenza gratuita.

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